Un one man show che unisce tre storie, la storia dell’economia dell’usa e getta, il dramma dell’inquinamento da plastica dei mari e la vicenda del giovane imprenditore Tom Szaky per proporre una nuova visione del rapporto tra produzione, consumo e ambiente. Lo spettacolo racconta come un’idea, nata dall’abuso e fraintendimento di una celebre frase di Adam Smith “Non è dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del fornaio che ci aspettiamo il nostro pranzo, ma dalla cura che essi hanno per il proprio interesse” abbia fondato la visione neoliberista che ha limitato la durata delle lampadine e riempito di scarti il Pianeta. Il nuovo “continente di plastica” scoperto dal capitano Charles J. Moore è ormai davanti ai nostri occhi, ma non abbiamo fatto interamente i conti con quello che stiamo rischiando. A capire che “un’altra strada è possibile” ci aiuta allora Tom Szaky, giovane canadese che ha dato vita a un’azienda in grado di trasformare gli scarti di cibo in concime e i chewing-gum in panchine.
Il filo di Blue Revolution spiega che l’economia ai tempi dell’usa e getta si muove con leggerezza a cavallo degli ultimi tre secoli per mostrare come il nostro mondo sia vicino al collasso e ci sia bisogno di una nuova alleanza tra l’uomo e l’ambiente per salvarlo. Un’alleanza basata sull’economia circolare, quella che trasforma i rifiuti in ricchezza, e l’economia civile pensata da Antonio Genovesi proprio nello stesso secolo di Adam Smith, per cui il profitto è possibile ma è solo uno strumento del bene di tutti.